Latina, 3 settembre 2019 - Il Sindacato Pensionati SPI CGIL – FNP CISL - UILPENSIONATI di Latina manifesta tutta la propria preoccupazione per la riproposizione della chiusura, in base al decreto n. 70/2015 del Ministro Lorenzin e ad alcuni Decreti del Commissario ad acta della regione Lazio, dei Punti di Primo Intervento della provincia di Latina, dopo quelle già avvenute nella provincia di Frosinone.
La presenza dei PPI, gestiti direttamente dalla ASL, in quanto responsabile dell’emergenza sanitaria territoriale, rappresenta un servizio di prossimità indispensabile in molte realtà, che fino ad ora è stato assicurato con costi molto contenuti da personale qualificato che fino ad ora ha garantito l’assistenza pur in condizioni talora molto difficili.
Nonostante le disposizioni di legge esistenti il Sindacato non è stato sentito in merito a questa decisione che è estremamente penalizzante per i pazienti tutti, ma in particolare per gli anziani, i soggetti affetti da disabilità, le persone con patologie croniche, i soggetti fragili ecc.
I PPI sono oggi presenti nei Comuni di Cori, Cisterna, Sezze, Priverno, Sabaudia, Gaeta e Minturno per alcuni dei quali rappresentano spesso l’unico presidio sanitario dato che l’Azienda, nonostante il tempo avuto a disposizione, non ha ancora provveduto a potenziare l’assistenza territoriale.
La percentuale della popolazione anziana presente in ciascuno dei Comuni in questione è molto alta e la maggioranza è affetta da più di una patologia cronica. La media degli accessi negli ultimi anni in questi PPI è molto elevata a dimostrare l’importanza del ruolo svolto nell’ambito della sanità locale.
I requisiti previsti dal citato DM 70/2015 non tengono conto del territorio della ASL, della peculiarità della sua orografia e della collocazione dei PPI, che nel caso di chiusura creerebbero dei veri e propri vuoti nella rete dell’emergenza-urgenza data le distanze e la viabilità con inevitabili ritardi nei tempi di intervento e di rischi per la stessa vita dei pazienti.
I PPI hanno rappresentato fino ad ora un filtro per le strutture di Pronto soccorso per cui la loro eventuale chiusura rischia di scaricare i pazienti fino ad ora curati presso queste strutture sui tre servizi di Pronto soccorso rimanenti in provincia che sono già spesso prossimi al collasso (Latina, Terracina e Formia).
La presenza durante le ore notturne di una sola ambulanza medicalizzata non garantirebbe il servizio nel caso di chiamata del mezzo per trasferire un paziente a Latina o Roma lasciando il presidio abbandonato e con esso tutti i pazienti dell’area interessata.
Il Sindacato Pensionati desidera ribadire la propria ferma contrarietà a questa scelta che, se attuata, darebbe un ulteriore grave colpo alla già difficile situazione della sanità nella nostra provincia mettendo a rischio la vita di decine di migliaia di cittadini e per questo chiede la convocazione del tavolo di confronto da parte del Direttore generale della ASL Casati al fine di far ascoltare le proprie ragioni e impedire la minacciata chiusura dei PPI della provincia di Latina.