LA CONDIZIONE FEMMINILE IN AFGHANISTAN: I DIRITTI NEGATI DELLE DONNE E DELLE BAMBINE




Si è svolta oggi 27 settembre l'iniziativa "La condizione femminile in Afghanistan: i diritti negati delle donne e delle bambine" organizzata dallo SPI CGIL Frosinone Latina insieme al Coordinamento Donne SPI CGIL Frosinone Latina con la partecipazione della Fondazione Pangea Onlus.

L'intervento di Giovanna Maniccia responsabile Coordinamento Donne SPI CGIL Frosinone-Latina

"L’incontro di oggi si innesta nel programma di iniziative del coordinamento nazionale delle donne SPI CGIL e segue la manifestazione di sabato scorso 25 Settembre “Tutte le donne.. La voce delle donne per prendersi cura del mondo”. Pangea presente tra le associazioni che hanno organizzato l’incontro in Piazza del Popolo a Roma, ha lanciato il grido per le donne e le bambine afghane.”NON LASCIAMOLE SOLE…”

Alla manifestazione del 25 Settembre hanno preso parte oltre lo SPI e le categorie della Camera del Lavoro, 59 associazioni. Questa stessa manifestazione si è svolta in contemporanea a Roma, Milano, Lecce, Bari, Venezia, Teramo, Olbia, Capo d’Orlando e Imola. Obiettivi “ LA CURA DEI DIRITTI APPARTIENE A TUTTI”

Le donne che pagano sempre il prezzo più alto delle crisi economiche, malattie, guerra, devastazione ambientale, oggi LOTTANO perché le SCELTE POLITICHE SIANO CENTRATE SULLA CURA della persona in sé, degli altri, delle condizioni della natura, della democrazia, incompatibili con la logica del profitto.

Non un euro per scelte di dominio e sfruttamento, non un euro per le armi, è tempo di usare tutti gli strumenti per combattere la crisi climatica, la tragedia delle guerre, le migrazioni.

Il nostro compito è quello di costruire pratiche di solidarietà e di cittadinanza.

Nell inaugurare la conferenza per il G20, il 27 Agosto, il presidente del consiglio Draghi afferma: “dobbiamo difendere ovunque nel mondo i diritti delle donne, soprattutto dove esse sono minacciate” riferendosi in questo momento alle donne afghane che stanno vivendo uno dei periodi più duri della loro storia. Si richiama qui il tema prioritario dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite che si propone di eliminare per tutte le donne, di tutte le età, ogni forma di discriminazione e violenza. L’italia ha inserito nel programma la protezione dei diritti umani di donne e bambini in area di conflitto e post conflitto.

Asserzioni di principio a cui seguono con molto affanno e lentezza opportuni accordi ed incongrui investimenti per azioni di pace e di accoglienza.

L’incontro di oggi con Pangea vuole essere una lente di ingrandimento su idee ed azioni concrete e positive da perseguire anche in condizioni di vita dura e di istituzioni ostili. Dovremo essere uniti e presenti. Le donne afghane parlano per i nostri femminicidi, per la violenza sulle donne, per il mancato riconoscimento del lavoro di cura, per la bassa presenza della donna nei ruoli di leadership e decisionali in Istituzioni di governo e delle imprese, per una sanità mai uguale per tutti, per la precarietà del lavoro, per la trasformazione ambientale.

La missione di Pangea parte dalle donne in quanto rappresentano il più vasto numero di persone soggette a discriminazioni, violenze, povertà e processi di impoverimento nel mondo. La fondazione lavora costantemente per intervenire sulle politiche internazionali, nazionali e locali e promuovere l’equità di genere e l’empowerment delle donne, ripudiando ogni forma di violenza.

Pangea Onlus opera in Afghanistan dal 2003.


SIMONA LANZONI

Simona Lanzoni è vice presidente Pangea, si occupa dei progetti concreti e da sempre preferisce stare fra le persone. Ha vissuto quasi tre anni a Kabul, coordina la piattaforma CEDAW per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, è promotrice della piattaforma convenzione No More!! per il contrasto alla violenza contro le donne.

In Italia, in collaborazione con le principali organizzazioni nazionali, opera presso la rete RITMI Italiana e in quella Europea Microfinanze Network.

Fa parte di GREVIO (Gruppo di esperti al contrasto della violenza contro le donne e la violenza domestica), che ha il compito di vigilare e valutare, attraverso rapporti periodici l’attuazione delle misure adottate per l’applicazione della convenzione di Istanbul.

Nel corso di questo incontro con Simona Lanzoni, assumiamo l’impegno di dare continuità all’informazione sulle condizioni di donne e bambini afghani e proporre concrete azioni di solidarietà e accoglienza in collaborazione con enti ed istituzioni del territorio.

In particolare ci adopereremo per il coinvolgimento dei Consultori, metteremo in moto attivazioni di sportelli sociali e cercheremo di dare supporto alle iniziative per l’accoglienza degli immigrati e a sostegno della loro integrazione.

Sosterremo interventi degli Enti Locali e solleciteremo i contatti con associazioni di famiglie disponibili all'affido di bambini.

L’incontro di oggi ha inoltre l’obiettivo di promuovere collaborazioni e progetti con le scuole e di sostenere un'informazione indipendente e diretta, anche attraverso notiziari dei cronisti che sono tornati in Afghanistan e scelgono di restare.

Cito , di seguito alcuni nomi

Barbara Schiavulli radio Bullets

Cecilia Sala La7 tv freelance

Rossana Miranda Formiche.net

Fausto Biloslavo Il Giornale

Vent’anni fa, l'inviata del Corriere Della Sera , M. Grazia Cutoli e altri 3 giornalisti furono uccisi dai Talebani

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