Il 5 novembre 2019, alle ore 9:00, presso la “Sala del Cardinale Castello Caetani” di Sermoneta si è tenuto il convegno “Invecchiamento attivo: qualità della vita degli anziani, sfida e opportunità”.
Invecchiamento attivo significa invecchiare in buona salute, partecipare appieno alla vita della collettività e sentirsi più realizzati nel lavoro. A tal proposito il convegno vuole promuovere azioni volte a migliorare le possibilità di invecchiare restando attivi e a potenziare la solidarietà tra le generazioni.
Nel corso degli ultimi anni ben poche sono state le politiche che hanno considerato il tema dell’invecchiamento attivo come un'opportunità di partecipazione. L’invecchiamento può essere un'opportunità se la persona anziana è considerata una risorsa sociale e non - come purtroppo spesso avviene - un peso per l’assistenza, un costo per la sanità e un onere per la previdenza.
Noi riteniamo che un invecchiamento attivo permetta alle persone di partecipare ad una conduzione
della vita che tenga conto dei loro bisogni e dei loro desideri. Perché una persona deve continuare ad essere una risorsa per le nuove generazioni e per l’intera società, anche quando esce dal mondo del lavoro; sono proprio le donne e gli uomini “diversamente giovani” che contribuiscono, soprattutto nella presente situazione di pesante crisi sociale e economica , ad aiutare i propri familiari e le comunità locali con il loro impegno di sussidiarietà e di solidarietà nel volontariato.
della vita che tenga conto dei loro bisogni e dei loro desideri. Perché una persona deve continuare ad essere una risorsa per le nuove generazioni e per l’intera società, anche quando esce dal mondo del lavoro; sono proprio le donne e gli uomini “diversamente giovani” che contribuiscono, soprattutto nella presente situazione di pesante crisi sociale e economica , ad aiutare i propri familiari e le comunità locali con il loro impegno di sussidiarietà e di solidarietà nel volontariato.
Favorire l’invecchiamento attivo è una priorità dei nostri tempi, soprattutto alla luce delle mutate condizioni della composizione della popolazione della nostra Provincia e della Regione. Manca una legge quadro Nazionale perché solo quattro regioni (Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Umbria) hanno una legge ad hoc, che regola l’invecchiamento attivo in maniera trasversale, prevedendo dunque interventi organici a tal fine.
Il nostro impegno attraverso le nostre strutture Regionali e Provinciali è quello di aprire un tavolo di confronto con la Regione Lazio al fine di procedere alla realizzazione di una Legge sull’invecchiamento attivo e nello stesso tempo, a livello territoriale, chiedere incontri alle Istituzioni locali per promuovere accordi da sottoporre ai Comuni, alla Provincia, per interventi a favore degli anziani volti a mantenere il più a lungo possibile una buona qualità della vita. Politiche, quindi, che riconoscano a ogni persona il diritto e la responsabilità di avere un ruolo attivo e partecipare alla vita della comunità in ogni fase della vita. Il concetto di invecchiamento attivo si riferisce proprio all’obiettivo di realizzare al massimo le potenzialità fisiche e mentali dell’anziano mettendole a disposizione degli altri anziani e dell’intera società.
Incoraggiare gli anziani a partecipare alla vita del Paese con uno stile di vita che li porti ad una formazione continua, un riconoscimento del ruolo all’interno delle famiglie e della collettività in sostegno ai nipoti e ai figli che continua, pur tenendo conto delle loro magre pensioni, ritenendo gli anziani un valore, senza farli scivolare ai margini della vita. Bisogna quindi non stancarsi nel promuovere progetti su politiche sociali, culturali e sanitarie concrete. Diventa indispensabile ripensare i luoghi dove le persone vivono; le città sono oggi al centro della sfida volta a mettere in relazione sviluppo, innovazione, qualità ambientale, sostenibilità e coesione sociale.
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