In data 28 marzo 2019 si è tenuta l'Assemblea del Coordinamento Donne SPI CGIL Frosinone Latina per l'elezione della nuova Responsabile di questo importantissimo Organismo collegiale.
" Care Compagne, benvenute!
la vostra partecipazione all’Assemblea di oggi è particolarmente importante e oltre a Voi ringrazio anche Aitanga Giraldi, Responsabile del Coordinamento Donne SPi CGIL regionale, per averci garantito la sua presenza, nonostante il cambiamento di data a cui siamo state costrette per via di una sopraggiunta convocazione delle segreterie dei diversi comprensori da parte del regionale.
Questa Assemblea come sapete si colloca al termine del percorso Congressuale dello Spi e ovviamente dell’intera CGIL. Un percorso che è stato lungo, impegnativo ma che ha rappresentato una grande prova di Democrazia. Una Democrazia che anche questa assemblea delle donne dello SPI di FR LT è chiamata a praticare, rinnovando la composizione del Coordinamento Donne SPI CGIL FR LT ed eleggendo la nuova Responsabile di questo importante Organismo collegiale. Per quanto riguarda la composizione del Coordinamento, che per definizione deve rappresentare una realtà snella, che possa essere realmente in grado di promuovere le iniziative da intraprendere, coinvolgendo ovviamente in maniera ampia le compagne dell’Assemblea delle Donne SPI CGIL FR LT, ma ampliando il più possibile la partecipazione, nella consapevolezza che non si tratta di un Organismo rigido, vi proponiamo il criterio, per individuare le componenti in questa fase costitutiva, che coinvolge le Compagne della Segreteria di Comprensorio e delle Segreterie di Lega, nonché naturalmente le diverse responsabili dei Coordinamenti donne di Comprensorio e delle Leghe, che in parte sono già costituiti, mentre altri sono in via di definizione.
Questa quindi è la proposta relativa alla Composizione del Coordinamento Donne SPI CGIL FR LT, al primo punto all’OdG rispetto alla quale vi chiederemo poi di pronunciarvi. La CGIL, dicevo, con il suo percorso congressuale ha praticato la Democrazia, la libertà di scelta, in un contesto politico di smarrimento progressivo e generale di tale concetto o meglio della democrazia stessa intesa come valore, perché le democrazie non vivono ovviamente solo di procedure ma soprattutto di valori. E se partiamo dall’assunto che l’azione di un Governo che si definisce democratico dovrebbe corrispondere ai bisogni reali dei più, ai loro valori, onestamente penso che il nostro Paese qualche incrinatura la presenti, soprattutto perché il primo di questi valori è indubbiamente la vita umana.
Il rispetto della vita umana, a chiacchiere, si tende a farlo apparire sempre più spesso come un valore scontato, ma non dobbiamo cadere in questo tranello perché, prima di tutto la storia ci insegna che, come sapete, non è sempre stato così. Per noi dello Spi ha grande importanza la Memoria: ebbene nello Stato moderno la vita delle persone contava molto poco. Lo Stato moderno ha sempre fatto guerre disponendo della vita dei suoi cittadini, in nome del “morire per la patria”. Dopo le grandi tragedie del XX secolo le cose sembravano essere cambiate, per cui il valore supremo su cui si misura la democrazia oggi è al contrario quello della preservazione della vita. Ecco perché dal secondo dopoguerra in poi ci sono molte Costituzioni che ripudiano la guerra, come recita l’art. 11 della nostra Carta Costituzionale che è alla base peraltro del progetto biennale che quest’anno porteremo a definizione, dopo il momento di sintesi celebrato a Montecassino.
Ma il reale rispetto della vita umana è però in netto contrasto con la politica misogina di questo Governo, mi riferisco:
- a quanto dispone il Decreto Sicurezza in materia di immigrazione che non prende minimante in considerazione la condizione delle donne immigrate: donne che sono invisibili perché nascoste. E le donne nel flusso migratorio sono portatrici di quella differenza che apre la visione della realtà, ma che è quella differenza che viene taciuta, con l’obiettivo di non intaccare il traffico di cui sono vittime e la loro riduzione a merce. Il decreto sicurezza aggrava queste conseguenze e penso che le donne dello SPI CGIL ad ogni livello ed in ogni occasione, quindi anche in questa Assemblea, debbano denunciare con forza questo effetto nefasto, evidenziandone il contrasto con le leggi italiane ed i trattati internazionali. Questo Governo ignora volutamente che la condizione di immigrata amplifica il rischio per le donne di essere vittima di violenza di genere ed in particolare di violenza e sfruttamento sessuali. Ignora – sempre volutamente – che le donne oggetto di violenza e tratta sono maggiormente esposte al rischio di malattie trasmissibili sessualmente. Credo sia urgente da parte nostra mettere in campo ogni iniziativa possibile per sensibilizzare l’opinione pubblica e fare pressioni sulle Istituzioni, anche a livello locale, affinché si adottino iniziative che tengano conto che le donne e le ragazze che cercano rifugio in Italia e nei Paesi UE spesso fuggono da regimi oppressivi nei loro confronti, che non riconoscono l’uguaglianza tra donne e uomini, tollerano la violenza contro le donne, gli abusi e i matrimoni tra minori, precoci e forzati, ammettono i cosiddetti delitti d’onore e autorizzano quindi la discriminazione di genere. Questo vuol dire che dobbiamo far sentire la nostra voce affinché ad esempio vengano concesse a queste donne vie d’accesso sicure e legali verso l’UE, tenendo conto seriamente della questione di genere.
- Tornando alla politica misogina di questo Governo, non posso non richiamare il Disegno di Legge presentato dal senatore della Lega Simone Pillon, che impone una visione reazionaria e fortemente maschilista del matrimonio, della genitorialità e dei rapporti tra uomini e donne. Le donne rappresentano la parte in genere economicamente più debole delle coppie, perché su di esse grava il lavoro di cura e perché hanno mediamente stipendi più bassi, anche a parità di lavoro e sono loro che rischiano di restare schiacciate da un disegno che in sostanza disconosce la pervasiva violenza maschile che è causa di tante separazioni. E’ un pò come se si mirasse a restaurare il regime di genere all’interno della famiglia, nella visione che è sottesa alle norme proposte, respingendo di nuovo le donne in una posizione di subordinazione al potere maschile. La spartizione “paritetica” – paritetica per modo di dire - tra genitori dei figli è funzionale all’obiettivo di sottrarsi al pagamento dell’assegno di mantenimento per i figli e rispristinare una genitorialità intesa come esercizio di potere e controllo sui figli e sulle donne.
- Procedendo con l’intento di fornire soltanto spunti di dibattito, sicuramente bisogna mettere al centro della nostra azione anche la questione previdenziale, in quanto - come sappiamo - gli ultimi provvedimenti non danno alcuna risposta a esigenze per noi molto sentite, come il riconoscimento del lavoro di cura delle donne, come i lavori discontinui, che caratterizzano prevalentemente l’occupazione femminile: temi che sono del tutto ignorati da questo Esecutivo.
Le donne devono allora fare rete e il Coordinamento nasce con l’obiettivo di avere sempre più donne coinvolte e attive per realizzare le politiche necessarie a migliorare la nostra condizione e rivendicando ruolo e diritti che sempre più spesso vengono disconosciuti e addirittura arretrano.
Questo vuole dire che non possiamo fare a meno dell’impegno di nessuna e che è nostro compito cercare di coinvolgere le compagne che si mettono a disposizione, favorendo, quando ci sono le condizioni, anche il rinnovamento nel ruolo di responsabilità del Coordinamento stesso. E tale non semplice obiettivo si raggiunge se l’attuazione del rinnovamento va però di pari passo con la continuità dell’impegno anche da parte di chi in precedenza ha rivestito incarichi di Responsabilità del Coordinamento Donne, che rimanendo impegnata nell’Organizzazione, sono certa che non farà mancare la sua collaborazione al Coordinamento donne e allo SPI.
Queste sono le premesse alla proposta che formulo a nome della segreteria, in accordo con la Responsabile del Coordinamento donne SPI CGIL regionale e delle Segreteria regionale stessa, per l’incarico di Responsabile del Coordinamento Donne SPI CGIL FR LT.
Vi proponiamo la compagna Giovanna Maniccia, che avete già avuto modo di conoscere ed apprezzare, anche di recente, nella bellissima iniziativa sulla memoria che ha contribuito ad organizzare con le altre compagne della Lega di Frosinone presso la Provincia.
Giovanna viene dal mondo della scuola. È quindi una donna di cultura, potrei dire una letterata, però con caratteristiche di umiltà ed umanità particolari, una persona che già per il lavoro che ha fatto é abituata a rapportarsi con le nuove generazioni. Penso siano le qualità giuste per poter svolgere al meglio questo incarico.
Giovanna registra peraltro una lunga ed ininterrotta storia di iscrizione e di militanza nella CGIL, prima nella FLC di Frosinone e poi nello SPI di FR LT, che parte dagli anni ‘70, pertanto conosce bene la vita e la complessità della nostra Organizzazione. Giovanna è quindi una compagna che ha piena consapevolezza delle modalità democratiche e del valore del lavoro collegiale e partecipato che devono caratterizzare l’azione della nostra Organizzazione, per cui siamo certi che saprà svolgere il ruolo di responsabile del Coordinamento donne di FR LT con senso di responsabilità, equilibrio e capacità di lavorare in sinergia e collaborazione con tutte le compagne del territorio e con le Segreterie delle Leghe di Comprensorio.
Alla compagna a cui chiediamo l’impegno di svolgere un ruolo importante e prezioso per il comprensorio, garantiremo – dopo la sua elezione - a partire da oggi, la disponibilità e l’impegno di tutte e di tutti a collaborare e a supportare concretamente il suo lavoro."
Relazione di Beatrice Moretti Segretario Generale SPI CGIL FROSINONE LATINA