Si è tenuto oggi, 21 settembre 2018, il Congresso SPI CGIL
della Lega di Cassino in cui è stata eletta la Segreteria Lega SPI CGIL CASSINO composta da Franco Mazzarella, Argentina Gabriele e Franco Santopadre.
Di seguito relazione del Compagno Franco Mazzarella.
Di seguito relazione del Compagno Franco Mazzarella.
“Lo SPI CGIL della Lega di Cassino è
una organizzazione molto diffusa nel territorio con circa 4200
iscritti e ben 11 sedi (Roccasecca, Pontecorvo, Pico, Piedimonte San
Germano, Aquino, Ausonia, San Giorgio, Pignataro Interamnna, Cervaro,
Sant'Elia Fiumerapido e Cassino) che regolarmente vedono presenti
tanti collaboratori, che con spirito di obnegazione e di
organizzazione, danno risposte ai nostri iscirtti e sono riferimento
anche per iscritti ad altre categorie della CGIL.
Lo SPI, in questi anni, si è distinto,
per il suo ruolo confederale e per le tante contrattazioni sociali a
tutti i livelli dalle politiche del lavoro, abitative, sanitarie,
fiscali, che possono assicurare ad ogni persona le più ampie
condizioni di benessere, con particolare attenzione alla povertà,
alle famiglie con persone anziane ed alle persone disabili.
In questo ambito abbiamo sviluppato la
nostra azione con il pieno coinvolgimento di tutto il direttivo che
si è riunito sistematicamente e con i nostri iscritti con decine e
decine di assemblee nei centri anziani o nelle sedi.
Da qualche anno, con compagni
opportunamente formati sul tema “Diritti inespressi”, ci siamo
dedicati al recupero di somme dovute e non riscosse dai pensionati
aventi diritto e che l'Inps ha ignorato, ma dobbiamo fare di più
perchè a volte, per disguidi di carattere organizzativo, nonostante
l'impegno per rilevare il diritto abbiamo delegato il nostro
Patronato e questo è stato un nostro limite a cui dobbiamo porre
rimedio.
Non sono mancate iniziative pubbliche,
soprattutto con gli studenti, con i quali almeno una volta l'anno
facciamo assemblee al fine di trasmettere la “memoria” di cui
siamo portatori, dagli orrori della guerra alla nostra Costituzione,
al bene della Pace, all'importanza di una Europa unita senza
barriere.
Tutti ciò si p concretizzato
quest'anno in un convegno interprovinciale con lo SPI del Sud
Pontino, il
nostro comprensorio ed il nostro regionale che ha
concluso l'iniziativa e con l'apporto di due storici che ci hanno
visto protagonisti insieme agli studenti di Cassino, Castelforte e
Minturno a Montecassino, con una risonanza nazionale sul tema della
“Linea Gustav” e per una pace duratura ed a cui intendiamo dare
continuità.
Ma abbiamo voluto, anche trasmettere la
nostra storia sindacale con la presentazione di un libro sulla storia
della nostra Camera del Lavoro e dell'importanza che essa ha avuti
nella ricostruzione e nella difesa dei diritti dei lavoratori
partendo dalle lotte contadine agli scioperi a rovescio che hanno
caratterizzato il nostro territorio.
Molta attenzione abbiamo rivolto anche
alle donne con diverse iniziative pubbliche dal tema “Scarpette
rosse” per non dimenticare le tante violenze e uccisioni che molte,
troppe subiscono e per raggiungere una vera parità di genere,
auspicando che il prossimo gruppo Dirigente crei le condizione
politiche perchè il prossimo Segretario Generale dello SPI sia una
donna.
Altresì iniziative, con la
partecipazione di una biologa ed una psicologa, sulla salute e
benessere della donna attraverso la prevenzione ed una alimentazione
corretta nelle varie fasi della vita per valorizzare la bellezza
fisica e psicologica, perchè il nostro motto è “Non solo L'Otto
Marzo” che pure ci vede ogni anno coinvolti in assemblea, ma anche
i momenti ludici.
Con grande sforzo abbiamo organizzato,
anche, un corso di informatica per i membri del Direttivo ed un corso
di ballo per anziani.
Grande rilievo abbiamo dato anche
all'iniziativa “Non ci casco” contro le truffe agli anziani con
la partecipazione della forze dell'ordine che insieme a noi hanno
svolto una vera e propria lezione civica trasmettendo la conoscenza
dei rischi e degli strumenti di tutela, presupposti per difendersi.
Inoltre abbiamo voluto coniugare
benessere e cultura con le nostre gite (Napoli, Salerno, Ischia,
Monte Amiata).
Non abbiamo dimenticato certo, con le
nostre periodiche visite, le R.S.A. perchè anche e soprattutto i
meno fortunati sono portatori di valori e diritti a cui la CGIL deve
dedicare le maggiori attenzioni, ma anche perchè le nostre visite
portano momenti di spensieratezza curative dello spirito.
E che dire della nostra partecipazione
massiccia alle tante manifestazioni locali e nazionali e della nostra
presenza nelle piazze e nei mercati per affermare la presenza della
CGIL nelle varie fasi della vita politica e della solidarietà che
non facciamo mai mancare alle iniziative di altre categorie.
Infine e non per ultimo vogliamo
rimarcare il nostro impegno nella raccolta delle firme per la carta
dei diritti universali del lavoro che come Lega abbiamo raccolto
circa la metà delle adesioni del territorio.
Riteniamo, però, necessario che il
sistema dei nostri sevizi, eccellenti per la verità, debbano essere
rafforzati e maggiormente decentrati almeno nelle sedi più
significative, così come le Camere del Lavoro policentriche, grande
intuizione di decentramento, vanno fatte decollare mettendo loro a
disposizione anche risorse economiche e liberando i responsabili da
impegni sostitutivi delle categorie.
Perchè altro limite è che le
categorie faticano ad avere spirito più confederale come lo SPI e
questo nelle piccole zone è addirittura deleterio.
Abbiamo voluto fare questa nota perchè
il prossimo Direttivo prosegua in questa mobilitazione per fare dello
SPI una organizzazione sempre più forte, rilanciando alche il
tesseramento perchè è il solo sostentamento che abbiamo per reggere
le nostre strutture e per finanziare le iniziative politiche che
mettiamo in campo e vuoi per la crisi, per le varie riforme
pensionistiche e purtroppo, scusate la brutalità, per chi ci lascia
ed avvolte per la nostra poca attenzione su questo tema, fatichiamo a
reggere la nostra forza organizzativa, anche se come si dice “teniamo
botta”.
L'auspicio è proseguire nella
mobilitazione, cogliere i momenti di cambiamento, stare sempre più
vicino agli anziani ed alla loro tutela e uno sguardo rivolto alle
nuove generazioni per consegnargli un Italia migliore di quella che
ci è stata consegnata dai nostri padri.
Cogliere i momenti di cambiamento,
raccomanda il Direttivo uscente,
ed è del tutto vero lo abbiamo avvertito nelle numerose assemblee
congressuali molto partecipate e con tanti qualificati interventi,
perchè il voto del 4 marzo ci spinge a guardare ad un sindacato più
vicino alla gente e che sappia dare risposte più stringenti, perchè
è indubbio che vi è un disagio sociale nel Paese e che c'è una
richiesta di discontinuità al nord come al sud, ma direi in tutta
Europa e la ricetta non può essere “sono cattivi – usciamo”
perchè un operazione di tipo inglese ci ridurrebbe alla fame per uan
serie di considerazioni di carattere politici-economico.
Questo
non significa accontentarci, dobbiamo , invece, alzare la voce con
proposte credibili e con una politica che abbatta il nostro debito
pubblico e pretende una Europa non solo monetaria, ma una Europa
solidale e di Diritti universali, non dimenticando che essa ha
garantito 70 anni di pace il che non affatto secondario come abbiamo
voluto sottolineare a Montecassini. La stessa cosa non si può dire,
anzi, per altri Paesi a noi vicini, che, anziché snobbarli, ci
dovrebbero preoccupare come la crisi Libica.
In Italia
assistito alla sfaldamento della sinistra che ci deve allarmare
perchè non è indifferente chi ci
governa, ma non possiamo fare
politica con la testa rivolta indietro e quindi dobbiamo vincolare il
Giudizio al merito e rafforza la nostra autonomia dai partiti, anche
perchè chi spera il fallimento di questo Governo possa far rinascere
la sinistra, sbaglia di grosso.
Noi, invece
dobbiamo essere riferimento e faro per la ricostruzione di un'area
progressista che oggi è appannata, intontita ed incapace di
risollevarsi.
Dobbiamo incalzare
il Governo sui nostri temi che sono lo sviluppo ed il lavoro, la
democrazia, l'uguaglianza e solidarietà, l'istruzione, le pensioni e
la sanità, i diritti di cittadinanza e coinvolgere a pieno,
recuperando e rilanciando un duraturo rapporto unitario con CISL e
UIL, necessario per una stagione i contrattazione a tutti i livelli e
per essere più forti con le controparti e non ci possiamo fare
scoraggiare dal confronto difficile e dal fatto che avvolte battaglie
iniziate insieme ci hanno visto da soli perseguire gli obiettivi
(Fiat insegna).
Lo sviluppo, dicevo, perchè p la
via per creare lavoro; il lavoro non si crea per decreto o con i
bonus o con la flessibilità che diventa precarietà.
Se ci riflettiamo:
hanno iniziato a credere a forme di flessibilità già con il
Ministro Treu del Governo Prodi, poi con Legge Biagi, poi con il
job-acts ed ancora con la cancellazione dell'Irap ed il taglio del
cuneo fiscale il risultato è poca occupazione stabile e tanta tanta
precarietà, ora p arrivato Di Maio che scomoda “la dignità” per
avere partorito un topolino rimangiandosi ciò che aveva promesso in
campagna elettorale sbandierando il ripristino dell'art.18 salvo
votare contro il Parlamento.
Scomodare una
nobile parolina come la “dignità”, poi, dopo il “perdono”
alla lega che ha fatto sparire 49 milioni di Euro (altro che Roma
ladrona) è del tutto fuori luogo dopo aver gridato onestà –
onestà.
Ed è a dir poco
del tutto singolare l'ammissione di responsabilità e nel contempo
uno scaglionamento del mal tolto in 80 anni.
È chiaro che
Salvini spera in un condono tombale perchè al povero cittadino
questo privilegio non è concesso, anzi tutto e subito, c'è però di
positivo che questa volta non si attacca la Magistratura!!! Ora fa
comodo!!!
Certo questo
decreto “Dignità” migliora il precedente perchè riduce la
durata dei contratti a termine ed inserisce la causale, mette un
freno alla delocalizzazione anche se questo fenomeno non si combatte
con la penalità, ma con meno burocrazia, più infrastrutture e Leggi
snelle che diano certezze alle imprese, ma soprattutto con più
qualità dei nostri prodotti ed una produttività basata
sull'innovazione e non sullo sfruttamento dei lavoratori ed il
segnale dell'allargamento di voucher non depone certo bene.
Non ci vuole molto
a capire che la strada è quella degli investimenti pubblici e
privati, delle infrastrutture ed il rimettere per esempio in
sicurezza il nostro Paese che ad ogni colpo di vento c'è qualcosa
che crolla, esempio ne è la tragedia di Genova e lo sfaldamento
delle nostre scuole, ma anche il dissesto idro-geologico di gran
parte del nostro Paese che ci fa pagare altissimi prezzi, per non
parlare del rischio sismico della dorsale appenninica.
Altro
che mettere in discussione ciò che è in cantiere (la Tav per
esempio) ma penso anche all'Ilva di Taranto che, dopo i balletti di
Di Maio e non solo su questa questione (mi viene di pensare Alitalia
e a tutta la vicenda vaccini ed ora sulle aperture domenicali dei
negozi), si è giunti ad un accordo dignitoso grazie sopratutto al
sindacato ed ai lavoratori che l'hanno approvato al 93%.
Esso rappresenta
un grande banco di prova per coniugare occupazione – ambiente e
sicurezza, altro che reddito di cittadinanza.
Certo, ormai
abbiamo oltre 5 milioni di poveri che vanno aiutati, ma allora perchè
non potenziare il reddito di inclusione, invece di farci rischiare
l'osso del collo con il reddito di cittadinanza, la falt-tax (che
aiuta i ricchi trasferendo risorse dai più poveri perchè a questi
verranno tolte le detrazioni e le deduzioni di imposta e forse anche
gli 80 euro di Renzi e nel contempo condanna grandi capitali, altro
che lotta all'evasione fiscale) e l'abolizione della Legge Fornero.
Perchè queste tre
cosuccie insieme più il provvedimento per evitare l'aumento
dell'iva, se la faranno e non giocano a nascondino dopo averci vinto
l'elezione, costano 120 miliardi che non abbiamo e quindi se si fa
una manovra in deficit dovremmo farei conti con l'Europa perchè
aumenteranno il nostro debito pubblico ed a quel punto sarà
l'Europa a farci ragionare alla maniera della Grecia o in alternativa
saranno tagli alla spesa pubblica e cioè sanità, scuola,
università, servizi, trasporti, pensioni e non sarebbe certo la
prima volta che fungiamo da bancomant dei Governi (Monti insegna).
Ovviamente questi
costi insieme alle dichiarazione avventate di questo o quel ministro
hanno destato forti perplessità sulla tenuta dei conti del Ministro
dell'economia TRIA e nel contempo hanno allarmato DRAGHI perchè le
parole, a volte, fanno danni, infatti abbiamo avuto una impennata
dello SPREAD e questo ha significato salita dei tassi di interesse
per le famiglie e le imprese.
Anche perchè
questo “Contratto di Governo” non prevede una seria lotta
all'evasione ed all'esclusione fiscale e la propaganda dello
sforamento del 3% e la minaccia di non contribuire al bilancio
Europeo non ci aiuta, ci isola e ci indebolisce ulteriormente.
E le inaudite
minacce al Ministro dell'economia, dal quale si pretende di trovare
risorsa, oltre a non avere il bon-ton istituzionale, non servono
assolutamente a nulla, a meno che si pensa come Pinocchio che semina
moneta si raddoppiano i capitali.
Questo dilettante
allo sbaraglio, insieme ad una vecchia volpe xenofoba ed ad un terzo
non pervenuto, ma se non avessi rispetto per le istituzioni ben altro
sarebbe il mio giudizio, dovrebbero, invece, pensare a serie riforme
che guardano all'occupazione giovanile ed al loro futuro e non solo,
perchè noi abbiamo un serio problema che si lega all'innovazione
tecnologica (quarta generazione) e mai più un lavoro è per sempre e
quindi abbiamo bisogno di formazione continua, ma anche di
ammortizzatori sociali che sostengono tra un lavoro e un altra
occupazione.
In questo contesto
la scuola e l'università devono giocare un ruolo e non possono certo
subire riforme appiccicaticce che sono lontane dal ruolo che
effettivamente dovrebbero svolgere.
Ed una società
che sottovaluta l'istruzione è una società morta, senza futuro, per
questo ci arrabbiamo quando i nostri laureati, le nostre eccellenze
sono costretti a trasferirsi all'estero, ma anche perchè la
formazione scolastica è fondamentale in quanto è la sola che possa
costituire un argine autentico contro la deriva pericolosa del
populismo e per una democrazia più matura.
Un
ruolo fondamentale possono averlo gli intellettuali che, già da un
pezzo, sembrano appannati per non dire spariti e questa questione sta
diventando una questione culturale che non possiamo sottovalutare.
Poi abbiamo il
problema pensioni: con tanta fatica abbiamo cercato di correggere la
Legge Fornero; con le salvaguardie degli esodati, ma non è ancora
finita, con l'ape sociale, con i lavori usuranti, con l'istituzione
della 14° sino a circa 13000 euro, con la non tax-area, ma c'è
ancora molto da fare:
- vogliamo la rivalutazione piena legata al costo reale della vita
- un tetto all'età pensionistica che cancelli il legame all'aspettativa di vita
- una quota 100 che non peggiori il risultato dell'ape sociale
- la separazione dell'assistenza dalla previdenza e una misura che permetta ai giovani precari di oggi di avere domani una pensione dignitosa considerato che hanno periodi di vuoto ed il loro calcolo pensionistico sarà contributivo.
E poi, ancora, il
problema sanità pubblica sempre più delegata a strutture private
per scelta politica e per carenza di personale, posti letto,
apparecchiature strumentali e liste di attesa lunghissime e scarsità
di punti di primo soccorso(Anagni e Pontecorvo docet) ed i cittadini
spesso sono costretti a varcare i confini della nostra provincia per
curarsi e i Dea di primo livello al momento non sono una utopia.
Per non parlare
della scarsità di risorse destinato al fondo di assistenza per le
persone con disabilità gravi per interventi anche domiciliari e per
la Legge “Dopo di noi” che dovrebbe garantire assistenza quando
viene a mancare il supporto dei genitori o di altri parenti.
Insomma,
quest'elencazione di problematiche, oltre ad essere discussine
congressuale, sono dentro il piano del lavoro della CGIL, ma sono
proposte che sono dentro la carta dei diritti universali del lavoro
che giace in Parlamento e per la quale abbiamo tre milioni di firme.
Questo nuovo
statuto del lavoratrici e dei lavoratori dobbiamo farlo diventare
Legge per ridare Diritti, Democrazia e Dignità al lavoro e per
rinnovare gli strumenti contrattuali, preservando quei diritto
fondamentali riconosciuti senza distinzione a tutti i lavoratori
perchè inderogabili e quindi universali.
Ci dobbiamo
riprendere tutte le nostre conquiste ed andare oltre per
rappresentare il modo del lavoro nella sua interezza includendo i
soggetti che oggi ne sono stati esclusi, che siano essi precari o
lavoratori degli appalti che rischiano il posto di lavoro ad ogni
cambio di impresa, che siano lavoratori di diverse aziende o di una
sola filiera, precari, partite IVA ma anche lavoratori autonomi, noi
dobbiamo uniformare attraverso la contrattazione i trattamenti e le
condizioni di lavoro cancellando disuguaglianza e divisioni tra
lavoratori.
Un ragionamento
ponderato dobbiamo fare anche sui lavoratori immigrati perchè
anch'essi sono titolari di diritto e non sono lavoratori di serie B e
molto spesso sono adibiti a lavori più umili e faticosi, penso ad
esempio agli addetti in agricoltura e non solo, con un salario da
fame alle dipendenze di caporalato che, nonostante la Legge che
abbiamo fortemente valutato, continuano ad imperversare e li trattano
come “nuovi schiavi” con forme di vero e proprio razzismo e
spesso ci rimettono la vita come accaduto più volte anche questa
estate.
Del resto il
nostro Ministro degli interni, dimenticandosi completamente della
lotta al crimine organizzato ed alla mafia, con il tacito consenso
dei 5 stelle che predicano democrazia a piene mani, avvelena il
vivere civile spandendo odio verso il diverso senza alcuna ragione e
questo clima induce molti a veri e propri episodi di razzismo e
diversi, come ultimamente accaduto, ci rimettono anche la vita.
Tutto
ciò è intollerabile perchè incivile ed una organizzazione
antifascista come la nostra deve, ha l'obbligo di fare di più, molto
di più, andare oltre la denuncia e la solidarietà dovuta ed
arrivare ad una vera e propria mobilitazione, sfidando in questa
fase, anche l'impopolarità, ma è così che i padri nobili della
CGIL ci hanno insegnato e noi nel nostro piccolo nelle assemblee
precongressuali abbiamo affrontato e discussa questo argomento
scontando anche qualche mugugno.
E che dire del
blocco dei porti, delle navi a spasso nel mediterraneo o prese in
ostaggio come la nave “Diciotti”, delle centinaia di morti nel
giro di qualche mese perchè sono mancati i soccorsi.
E
stiamo parlando di rifugiati che fuggono dalle guerre, di donne e
bambini non accompagnati e perchè no anche di cerca un futuro
migliore, noi in passato l'abbiamo fatto, di gente che ha
attraversato il deserto, che è stata torturata e violentata nei
campi Libici e che ha rischiato e rischiano la vita in mare sulle
carrette della morte ed il nostro Governo li respinge, li deride e li
lascia morire in mare mettendo sotto accusa le O.N.G. e l'Europa
matrigna.
Un Governo forte con i deboli e deboli
con i forti perchè non si ha la capacità e l'autorevolezza di i
imporsi i n Europa e si pone il problema mettendo a rischio la vita
delle persone.
Del resto se sei alleato con le
politiche di Austria, Ungheria e Polonia resta difficile dialogare
con gli altri Paesi europei, anche se questi Paesi devono capire che
l'Italia non può da sola ospitare l'Africa e l'immigrazione non si
risolve con le “grida Manzoniane” dagli all'untore o con i
respingimenti, ma con l'accoglienza e l'integrazione, redistribuendo
equamente gli immigrati e con accordi con i loro Paesi di
provenienza, come si dice aiutiamoli a casa loro ma seriamente e non
depredandoli come il mondo ha fatto e continua a fare.
Io credo che un Paese è civile se si
comporta da civile e non guasterebbe se recuperassimo un po' di
umanità e di solidarietà perchè gli italiani sono civili e
solidali e non meritano l'anta degli ispettori dell'ONU che ci
mortificano e ci classificano come Paese razzista, basta isolare chi
soffia sul fuoco e chi specula sulla povera gente per un pugno di
voti, perchè questo modo di fare e queste parole d'ordine sono un
film pericoloso e purtroppo già visto.
La CGIL grande organizzatrice, in
questo contesto, deve rappresentare il baluardo della democrazia
perchè questa è un bene che va ben oltre i temi economici e
politici del nostro congresso e ben oltre di chi dovrà
rappresentarci ai massimi livelli e non possiamo condividere chi
premette “non sono razzista ma.....se.....” chi non è razzista
lo è senza ma e senza se”.