COMITATO DIRETTIVO SPI CGIL FROSINONE LATINA


12 giugno 2018 - Nella relazione dell'ultimo Comitato direttivo SPI CGIL Frosinone Latina, del 29 maggio, si è discusso della crisi istituzionale e si è pensato che la possibilità di costituire un Governo sostenuto da M5S e Lega fosse sfumata. Dal 1 giugno 2018 – dopo una crisi istituzionale durata quasi 3 mesi - è invece in carica il Governo di Giuseppe Conte: un governo di coalizione, nato dall’accordo proprio tra M5S e Lega , che hanno appositamente stipulato un accordo chiamato “Contratto per il Governo del Cambiamento”.

Il primo cambiamento è rappresentato dal fatto che mai nella storia repubblicana un esecutivo aveva avuto così tante matricole, visto che quasi il 90% dei ministri è al primo incarico. Solo 2 dei 19 membri ne hanno avuto uno precedentemente: sono il ministro Paolo Savona (oggi agli Affari europei, ma all’Industria nel governo Ciampi) e il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi (agli Affari europei nei governi Monti e Letta). 

Uno dei grandi obiettivi del Governo Conte è “Modificare radicalmente il sistema fiscale del nostro Paese”, passando da un modello a scaglioni e aliquote, a un altro fondato sulla Flat tax, la cosiddetta tassa piatta. Una tassa in contrasto con l’articolo 53 della nostra Costituzione, che fa riferimento a un sistema di progressività fiscale, che da un lato salvaguarda il reddito minimo dei soggetti, e dall’altro svolge una funzione redistributiva del reddito in una visione di Stato sociale, assicurando tutta una serie di servizi ai cittadini, come scuola, sanità, infrastrutture, trasporti... Viene da pensare che in realtà l’obiettivo non dichiarato sia arrivare alla riduzione dei servizi dello Stato e a riconoscere al pubblico una funzione minima, una sorta di premessa per una privatizzazione del sistema dei servizi.

A questo proposito, vi segnalo uno studio interessante di Oreste Saccone, pubblicato su Rassegna Sindacale, in cui si spiega pragmaticamente come, facendo due conti, un operaio con un salario da 1.200 euro al mese, sposato e con un figlio piccolo a carico, e un reddito complessivo da 18.000 euro lordi, passerebbe dall’attuale imposta di 1.150 euro ad una da 1.350. Interessante è però che invece, in base a questo studio, un notaio da 105.000 euro l’anno, con la flat tax pagherebbe meno della metà, ossia 48.000 euro. Risultato previsto è che i redditi bassi non ci guadagnano affatto, mentre quelli alti sì. 

Allora, come SPI CGIL dobbiamo spiegare con forza queste cose: la Flat tax è una tassa ingiusta e nordista, considerato che dai dati Istat emerge chiaramente che il reddito medio della Lombardia è quasi il doppia di quello della Calabria, ad esempio. 

In tema di pensioni poi nel contratto di governo è previsto che “occorre provvedere all’abolizione degli squilibri del sistema previdenziale introdotti dalla “Fornero”, stanziando 5 miliardi per agevolare l’uscita dal mercato del lavoro delle categorie ad oggi escluse”. Ci sarà la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma dell’età e degli anni di contributi del lavoratore è almeno pari a 100, con l’obiettivo di consentire il raggiungimento dell’età pensionabile con 41 anni di anzianità
contributiva, tenuto altresì conto dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti. Inoltre è necessario riordinare il sistema del welfare prevedendo la separazione tra previdenza e assistenza. E’ stata annunciata - “utilizzando le risorse disponibili”, cito testualmente - la proroga della misura “opzione donna”, che permette alle lavoratrici con 57-58 anni e 35 anni di contributi di andare in quiescenza subito, optando in toto per il regime contributivo. Bene ha fatto il Segretario Nazionale Ivan Pedretti a commentare subito questa proposta di Governo raccomandando a non fare dei pasticci e alla serietà nelle azioni, invitando il governo a confrontarsi con i sindacati, se la loro intenzione è davvero quella di fare le cose per bene.

E come non riflettere sul fatto che questo Governo ha l’Ungheria di Orban come interlocutore e che il ministro dell’interno Salvini ha da poco dichiarato la sua vicinanza di posizione anche all’Austria in tema di sicurezza. L’Austria, come sapete, ha deciso di chiudere 7 moschee e di espellere alcuni imam.

Salvini si è dichiarato su sicurezza e immigrazione in quasi totale sintonia con gli austriaci. Sui
migranti l’Austria è ormai spostata sulle posizioni di quei paesi – come Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca - che rifiutano la ripartizione delle quote di aventi diritto all’asilo e vorrebbero chiudere le partita dei migranti “monetizzandola”, dando cioè dei contributi finanziari ai paesi nei quali i migranti sbarcano. L’Italia invece aveva sempre puntato ad ottenere una maggiore solidarietà da parte degli altri paesi europei sul piano dei ricollocamenti dei migranti che approdano nei porti italiani.

In particolare la ricetta di questo Governo sui migranti fa tornare alla memoria le leggi razziali e altre pagine orrende della storia, visto che si preannuncia la chiusura dei migranti nei Centri per toglierli dalle strade!

Quanto premesso per dare un’idea dello scenario politico che fa da sfondo all’appuntamento Congressuale della CGIL: il governo più a destra della nostra storia e forse il governo più estremista di Europa: quello che ha appena deciso di chiudere i propri porti alle navi cariche di migranti, violando la Costituzione italiana - che ha tra i suoi principi la solidarietà - il diritto internazionale e la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. 

Il Mediterraneo è stato il Purgatorio di tante masse purtroppo, come quello vissuto nell’immediato dopoguerra anche da migliaia di profughi ebrei che – sopravvissuti all’Olocausto – si imbarcavano su carrette del mare dai porti italiani in quel caso, per raggiungere clandestinamente la Palestina, con la Gran Bretagna che li bloccava sulle navi in condizioni disastrose (EXODUS 1947 con 4515 passeggeri), creando un caso internazionale.

Oggi queste masse di persone hanno la colpa aggiuntiva di avere la pelle scura e fuggono dai loro Olocausti, rappresentando una questione da trattare con senso di responsabilità, rispetto alla quale ha sbagliato la Sinistra, ha sbagliato l’Europa (anche la Francia ha chiuso le sue frontiere dal lato italiano a Ventimiglia…), ma ora sbaglia questo Governo “muscolare” con la sua politica di forzatura delle istituzioni.

Rischiamo di essere di fronte più che al Governo del cambiamento al Governo degli inganni, con il rischio di misure sociali che saranno di poca sostanza, ma di grande effetto “spot”, pensiamo alle misure anti casta. Un Governo che rivendica autonomia dall’Europa, ma è subalterno a Putin e Trump, quindi ai poteri economici forti.

E allora di fronte a tutto questo occorre più che mai difendere la nostra Costituzione, ma urge soprattutto una nuova alleanza democratica di sinistra che superi anche dispute nominalistiche.

Sarebbe stato più che mai importante allora, di fronte a questo contesto, dare prova di una CGIL capace di esprimere compattezza, realizzando le condizioni per rendere più forte l'unità politica e quindi capacità di iniziativa sindacale.

Le condizioni sembrava ci fossero tutte, visto il dibattito che ha coinvolto tutte le assemblee generali su una traccia di discussione, grazie alla quale si è parlato di uguaglianza, sviluppo, diritti e cittadinanza, ma anche di solidarietà e democrazia. È stato realizzato un imponente sforzo di partecipazione democratica che ha dato la possibilità di concretizzare un percorso partecipato che non ha precedenti nella Organizzazione CGIL.

Un’occasione evidentemente non colta fino in fondo, in una fase che avrebbe richiesto unità, riuscendo comunque a garantire in modo diverso, con senso di responsabilità, tutte le sensibilità presenti al nostro interno, ma che vede il XVIII Congresso della CGIL confrontarsi su due documenti: 
  • Il primo documento “Il Lavoro E’”, che ha come prima firmataria Susanna Camusso ed è sostenuto dalla Segreteria dello SPI CGIL di Frosinone Latina;
  • il secondo documento “Riconquistiamo tutto!” che ha come prima firmataria Eliana Como. 

Siamo chiamati pertanto a garantire il percorso democratico congressuale, assumendo i materiali licenziati dal direttivo nazionale della CGIL il 7 giugno u.s.


Relazione di Beatrice Moretti - Segretario Generale SPI CGIL Frosinone Latina
Foto di Angelo Viglianti - Compagno SPI CGIL Frosinone Latina