PENSIONI: LE DISTANZE RESTANO EVIDENTI, IL QUADRO NON RISPONDE ALLE RICHIESTA E AGLI IMPEGNI ASSUNTI DA PARTE DEL GOVERNO

"Il quadro non risponde alle richieste e agli impegni assunti da parte del governo". È quanto dichiarato dalla Segretaria Generale CGIL, Susanna Camusso, al termine del tavolo a Palazzo Chigi sulle pensioni. Dichiara inoltre che "Di fronte alla indisponibilità del governo ad affrontare le ingiustizie del sistema, ci sarà la mobilitazione che la mia organizzazione nelle prossime ore deciderà". 
Oltre che sulle donne Camusso sottolinea nessuna disponibilità da parte del governo sui giovani. "Noi riteniamo che il governo abbia perso un'occasione per dare una risposta sui giovani", perchè "una prospettiva previdenziale per le nuove generazioni significa porsi il tema anche della continuità del sistema". È stata "persa un'occasione anche sulle donne" e sul riconoscimento del lavoro di cura: "Non c'e' stata attenzione".  Quanto agli esentati dall'innalzamento dei requisiti per la pensione secondo Camusso "Continuiamo a parlare di una platea molto ridotta" e le novità "non cambiano il numero e le dimensioni". Il confronto sulle pensioni tra governo e sindacati è stato rinviato a martedì 21 novembre, alle 9.30 a Palazzo Chigi. 

LA PROPOSTA DEL GOVERNO
Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha portato al tavolo della previdenza coi sindacati due nuove proposte che si aggiungono al pacchetto pensioni del governo. La prima - come riferiscono le agenzie - riguarda l'estensione anche alle pensioni di anzianità (oltre alle pensioni di vecchiaia) delle esenzioni dall'aumento di cinque mesi delle categorie definite gravose. Finora il governo aveva escluso dall'aumento dell'età pensionabile, determinante per accedere alla pensione di vecchiaia, quella che dipende cioè soltanto dall'età, 15 categorie lavorative. Con la nuova proposta, sempre per quanto riguarda le medesime categorie, si estende la salvaguardia anche per i lavoratori che vanno in pensione per anzianità contributiva.

Per andare in pensione in anticipo rispetto all'età di vecchiaia (l'ex pensione di anzianità contributiva) dal 2019 saranno infatti necessari 43 anni e tre mesi di contributi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne. Questo lo scatto conseguente all'adeguamento dell'aspettativa di vita, aumentata di 5 mesi. Al momento per l'uscita anticipata verso la pensione ci vogliono 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne. La nuova proposta del governo allarga lo stop già proposto per le 15 categorie di lavori gravosi, per i quali è stata prospettata l'esenzione dall'aumento (sempre di cinque mesi) dell'età per la pensione di vecchiaia a 67 anni dal 2019 (oggi a 66 anni e 7 mesi).

La seconda proposta è l'istituzione di un fondo per i potenziali risparmi di spesa con l'obiettivo di consentire la proroga e la messa a regime dell'Ape sociale. Le proposte sono contenute in un documento di tre pagine sui quali i sindacati si sono poi confrontati.

Al tavolo, oltre al premier, i ministri dell'Economia Pier Carlo Padoan, del Lavoro Giuliano Poletti e della Pubblica amministrazione Marianna Madia. Per i sindacati i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.