L’atteso confronto del 27 luglio 2017 tra Cgil, Cisl e Uil e il governo sulle pensioni ha aperto il tavolo di discussione con l’obiettivo di definire gli interventi specifici in previsione della prossima legge di bilancio. Purtroppo non sono arrivate le rassicurazioni che i sindacati chiedevano sul bloccare l’aumento automatico dell'età pensionabile: l’età per la pensione di vecchiaia salirebbe a 66 anni e 11 mesi nel 2019, a 67 anni e 3 mesi nel 2012, 68 anni e 1 mese nel 2031, 68 anni e 11 mesi nel 20141 e 69 anni e 6 mesi nel 2051. Meccanismo considerato dalla CGIL inaccettabile, tanto che non condivide l’aumento automatico dell’età pensionabile, ma richiede un’adeguamento legata all’aspettativa di vita, obbiettivo importante da normalizzare tempestivamente per evitare il primo step del 2019.
Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, dichiara che di tale tema si potrà discutere dopo che l'Istat avrà dato gli elementi di valutazione, ovvero in autunno, tra settembre e ottobre.
"È importante che ci sia la possibilità di discutere dell'adeguamento, ma le cose sentite dal governo non ci sono sembrate rassicuranti – ha detto Susanna Camusso, segretario generale della Cgil –, eppure è chiaro che l'automatismo determinerebbe aumenti insopportabili dell'età".
La discussione degli altri temi sono stati rimandati ad altri 5 tavoli previsti dal 30 agosto al 7 settembre., in cui saranno affrontati i temi sulle politiche attive e passive, rappresentanza sindacale e delle imprese, governance dell'Inps, previdenza dei giovani e previdenza complementare, lavoro di cura e Ape social e rivalutazione delle pensioni attuali.
Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi Cgi dichiara che ”Il confronto tra sindacati e governo sulle pensioni va avanti, ma dopo la pausa estiva bisognerà accelerare, approfondire tutti i temi sul tavolo e soprattutto definire le risorse necessarie”.
Restiamo in attesa della fine dei tavoli per esprimere un giudizio complessivo, che ci auguriamo essere positivo.