23 SETTEMBRE, COMITATO DIRETTIVO SPI CGIL FROSINONE LATINA


Relazione di Beatrice Moretti, del Segretario Generale SPI CGIL Frosinone Latina.

"Ci rivediamo finalmente in presenza dopo 9 mesi complicati, durante i quali abbiamo vissuto giorni in cui la vita ci è apparsa appesa ad un filo e in cui l’angoscia cresceva ad ogni sirena di ambulanza. Sono state settimane nelle quali ci si telefonava per sincerarci che tutti fossimo stati risparmiati dalla TSUNAMI pandemico e non possiamo negare che siano stati momenti in cui sembrava che tutto stesse precipitando. 

In questo periodo siamo stati costretti a rinviare iniziative, come quelle organizzate in occasione dell’8 marzo – De Mulieribus ad Isola del Liri ad esempio – abbiamo rinviato anche un’assemblea generale che avevamo convocato. Ma abbiamo continuato a lavorare coordinandoci con riunioni di segreteria insieme alle leghe organizzate a distanza, per non parlare di quanto sia stato vitale Whatsapp e il cellulare, ovviamente. Un lavoro prezioso, complicato e costante che si è svolto nelle Leghe - per cui ringrazio tutto il gruppo dirigente, i nostri collaboratori, i servizi - che ha assicurato con il contributo di tutti voi di mantenere il contatto con gli iscritti e questo è dimostrato dai risultati del tesseramento, che registra nei mesi di luglio e agosto un’attenuazione della decrescita causata dalla chiusura delle sedi. Uno sforzo reso certo non facile dalle difficoltà legate ai problemi della campagna 730 e al malfunzionamento del sistema centrale di prenotazione degli appuntamenti, che va riorganizzato e nel frattempo deve vedere il ripristino della modalità precedente di gestione dell’accoglienza, migliorandola e qualificandola.

Purtroppo a causa del COVID abbiamo dovuto interrompere la formazione organizzata per chi fa l’accoglienza nelle sedi che avevamo programmato nelle 3 leghe di Latina grazie alla disponibilità di Simona, direttrice dell’INCA CGIL di Latina e che volevamo organizzare con Roberto anche su Frosinone. Purtroppo anche la stessa formazione organizzata dallo SPI regionale ha dovuto rallentare, ma intendiamo recuperare e rilanciare su questi temi, convinti della importanza di garantire gli strumenti necessari ad elevare la qualità della nostra attività.

Lentamente poi ci è sembrato che fosse tornato il sereno, forse illusi dai tanti disegni di arcobaleni esposti sui balconi; la quotidianità sembra riconquistata, anzi non manca addirittura chi nega che l’epidemia ci sia stata davvero. L’essere umano per fortuna o per sfortuna evidentemente è in grado di dimenticare il male in fretta, troppo in fretta. Ma appare necessario interrogarci se l’esperienza drammatica per questo Paese e per il pianeta ci abbia cambiati in meglio o in peggio. Indubbiamente ci ha costretti nostro malgrado a fare cose a cui non eravamo abituati, ad esempio rimanere tanto tempo a casa, doversi misurare con l’uso di internet e con i social, anche da parte di chi aveva fatto sempre resistenza al riguardo. Ma dobbiamo essere sinceri in questa analisi, perché dobbiamo riconoscere che non sono i problemi in sé stessi che cambiano le persone, ma queste cambiano sulla base delle motivazioni interiori e soprattutto incide molto se si ha o meno un legame forte a dei valori profondi, che non sono provvisori. E questo per noi della CGIL è importante, dobbiamo averlo ben presente, perché anche dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro siamo costretti ad un ripensamento.

Dobbiamo tararci, ad esempio, sullo smart working, che ha introdotto una rivoluzione sociale, spostando il centro della socialità e del lavoro stesso rispetto a quanto avevamo prima. E in questo tempo scandito dal COVID e dalle misure anticontagio, il Paese si è lasciato l’election day alle porte, mentre le scuole faticosamente stanno riaprendo e tutti devono fare i conti con disagi aggiuntivi nei trasporti soprattutto, con tutto ciò che a questo aspetto è correlato. A noi tutti mancano le strette di mano, gli abbracci, la vicinanza, ma pensiamo a come ciò si riverberi in realtà dove la comunità è centrale.

Non mi riferisco solo alla scuola, ma penso ad esempio all’attività dei Centri Diurni Disabili e dei Centri Alzheimer, dove nonostante la decisione di riapertura da parte regionale, anche laddove recepita dai distretti sociosanitari, non si riesce a garantire i livelli di assistenza e di servizio precedenti, dovendo far rispettare il famoso distanziamento e l’uso dei DPI in strutture che sono nate con obiettivi di socializzazione per soggetti fragili e di difficile gestione in questo contesto. Una complessità che in tutte le Leghe ci deve vedere attenzionare queste situazioni, sollecitando tavoli di confronto specifici per monitorare la ripresa dei servizi e i livelli di assistenza effettivamente erogati.

Ma questo Direttivo si riunisce non solo mentre circola ancora il CORONAVIRUS - che poi, come faceva riflettere giustamente qualcuno, ha pure un nome che evocando la monarchia forse mentalmente complica ancora di più le cose - ma si riunisce all’indomani del referendum sul taglio dei parlamentari, dove probabilmente molti hanno espresso il voto decidendo quasi con rabbia, forse anche infastiditi dai tanti argomenti utilizzati. Come dimenticare il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, che aveva fatto la campagna a favore del SI, sostenendo che si trattava di un voto per la democrazia diretta. Lo stesso GRILLO teniamo presente che si è a espresso a favore della DEMARCHIA, cioè l’estrazione a sorte dei rappresentanti del Parlamento (teorizzata dal filosofo BURNHEIM nel 1985).

Io ho dichiarato pubblicamente di aver votato NO, perché ho ritenuto e continuo a ritenere sbagliata questa “sforbiciata” decontestualizzata da tutto il resto, ma va preso atto del risultato, che peraltro non ha sorpreso nessuno. Ora bisogna vigilare su cosa accadrà con la riforma del sistema elettorale. Molti analisti hanno interpretato il taglio dei parlamentari come un argomento ideale per dare in pasto al popolo quel nemico su cui sfogare rabbia e frustrazione , dovute ad anni di politiche e scelte ritenute elitarie e lontane dai problemi reali delle persone. Tutto vero, ma la democrazia però è un bene prezioso ed è indubbio che rappresenti un costo e che - salvo gli sprechi - non si può utilizzare il criterio economico per ragionare su come mantenerla. Il rischio è che in questa fase di populismo dilagante, che esalta i leader e non riconosce il ruolo del Parlamento, la democrazia viri verso forme di PLUTOCRAZIA, (plutòs= ricchezza; kratein= potere), che nel linguaggio politico indica il predominio nella vita pubblica di gruppi detentori della maggior parte della ricchezza mobiliare (grandi industriali, finanzieri, banchieri, ecc.). Il timore è avere pochi parlamentari eletti e pilotati dai poteri forti e dai più ricchi.

Dobbiamo vigilare, perché il contesto di questa discussione ci vede attraversare una crisi che ci mette alle corde e che non risparmia nemmeno le nazioni più robuste. Sappiamo ormai che il COVID colpisce i polmoni e soffoca il respiro, che ha aggredito anche i nostri sistemi sanitari, economici, scolastici e sociali, facendo emergere tutte le fragilità, sia quelle individuali che collettive. Ma allora questa situazione ci saremmo aspettati che facesse prendere coscienza del fatto che al di là dei confini politici, della lingua, siamo tutti interconnessi e interdipendenti. Però i fatti dimostrano che il risultato non è questo: assistiamo nei dibattiti all’odio sdoganato e addirittura orgoglioso di sé e che anzi è diventato mezzo di comunicazione. Assistiamo a chi vorrebbe appropriarsi dei vaccini, odio e divisioni imperano e invece del confronto si fa conflitto: queste sono le cause anche della morte di Willy il 5 settembre scorso ad opera dei “briganti di Artena”. Un ragazzo che - vedendo un amico in pericolo è sceso dall’auto per difenderlo - è stato nobile, in quanto nobile è sinonimo di vita coraggiosa. 

Willy, ragazzo nobile, si è opposto a quegli uomini/massa privi di cultura e di coscienza individuale, capaci di agire solo come branco. Chiara Ferragni ha sintetizzato bene, dando un messaggio chiaro ai suoi milioni di follower: “Willy è morto in quel modo per colpa della cultura fascista che c’è in Italia”.

Quindi non è vero che è andato tutto bene: sono morte migliaia di persone seppellite in modo disumano, quindi da questo punto di vista la battaglia con il virus l’abbiamo persa, anzi è stata devastante. Lo SPI ha denunciato a gran voce i limiti dell’attuale modello organizzativo delle RSA e ancor più delle Case di Riposo. Lo Spi regionale in particolare ha avanzato una articolata proposta di riforma e con la Funzione Pubblica stiamo chiedendo RSA completamente pubbliche, ma soprattutto vogliamo che questa istituzione rappresenti una soluzione transitoria, perché gli anziani devono poter essere assistiti a casa loro, quindi chiediamo un piano straordinario di investimenti sui servizi di assistenza domiciliare che devono fare un salto di qualità e di quantità, in termini di ore di assistenza, ovviamente. Tutto questo mentre gli Enti Locali, il Comune di Frosinone è l’esempio più negativo in assoluto, non integrano con le risorse necessarie questi servizi e fanno cassa a danno dei più deboli e bisognosi. Questo è quanto abbiamo reclamato anche alla mobilitazione del 18 settembre a Roma e ringrazio lo Spi regionale per aver scelto il Comprensorio di Frosinone Latina per testimoniare pubblicamente il nostro impegno sul territorio rispetto a queste vertenze e a favore di una legge nazionale sulla non autosufficienza.

Ritengo allora che da parte nostra vada accolta con favore la decisione del ministro Speranza di istituire con apposito decreto una commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana. A presiederla sarà Mons. Paglia e ne faranno parte luminari del mondo scientifico e sociale e l’obiettivo sarà elaborare un piano per favorire proprio una transizione dalla residenzialità all’assistenza domiciliare territorialmente garantita, per sostenere le famiglie e implementare la telemedicina. E a chi si documenta non deve scandalizzare la scelta dell’arcivescovo Paglia, perché dobbiamo sapere che si tratta di un personaggio che aveva più volte espresso considerazioni impegnative già poche settimane dopo l’esplosione della pandemia, tuonando contro le case di riposo “generiche” e sostenendo che non andavano bene nemmeno prima della pandemia, invitando a lavorare per valorizzare le convivenze tra anziani, il co – housing e le esperienze di piccole case famiglia, chiedendo di sostenere le famiglie perché siano aiutate a mantenere a casa gli anziani. È lui che ha definito fuorviante la definizione di “case di riposo”, sostenendo che sono piuttosto “case di fatica”, dove spesso vivere è duro e pesante.

Ebbene dobbiamo stare al merito: sono anche le nostre richieste che finalmente trovano condivisione e anzi dobbiamo sostenere questa iniziativa che mira intelligentemente a coinvolgere tutte le forze che in questo Paese si fanno carico a vario titolo dell’assistenza e del sostegno di chi ha bisogno. Ciò vuol dire che però che il Sindacato dei pensionati non può non essere coinvolto in un tavolo di discussione sulla riforma del sistema sociosanitario, anzi deve esserne protagonista e questo è ciò che rivendicherà Pedretti nell’incontro con il Ministro Speranza fissato il 28 settembre.

La nostra attività quindi è ripresa a pieno regime. Abbiamo l’appuntamento del 29 settembre all’Aula Pacis di Cassino, con una iniziativa di grande spessore a cui si lavora da mesi, infatti era stata fissata a maggio ma poi siamo stati costretti a rinviare tutto. Si tratta di una giornata in cui verrà ricordata la figura di una Madre Costituente, Maria Maddalena Rossi, ma soprattutto approfondiremo il ruolo centrale della CGIL nell’immediato dopoguerra, in particolare nel Cassinate, che ha rappresentato un riferimento importantissimo per la popolazione che cercava di lasciarsi gli orrori e la devastazione della guerra alle spalle. Discuteremo della prima grande opera a favore dell’infanzia che fu organizzata in questo Paese, grazie all’impegno dell’Unione Donne Italiane e soprattutto parleremo di accoglienza, un tema più che mai attuale, ricordando la grande solidarietà di famiglie del NORD che accolsero migliaia di bambini del SUD per nutrirli e vestirli, vincendo anche la paura che era stata inculcata a questi bimbi dai racconti sui “Comunisti mangiabambini”. 

Il libro di Francesco Di Giorgio che presentiamo è un’occasione riflessione insieme ad autorevoli personalità del mondo politico, ecclesiastico, educativo e ovviamente sindacale. Chi è interessato è invitato a partecipare dando però comunicazione in tempi brevi ai compagni della Lega di Cassino che devono organizzare i posti garantendo il distanziamento nella sala."